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giovedì 12 dicembre 2013

ITALIA USCIRE O RIMANERE NELL'EURO 2^ PARTE

FINANZA E POLITICA



L’epoca in cui potevi serenamente disinteressarti della finanza fa ormai parte della preistoria. Oggi, se la ignori, rischi di accorgerti improvvisamente della sua esistenza, nel momento in cui, portandoti via il lavoro, i tuoi risparmi, o la tua casa,  spazza via in un attimo le certezze su cui fondi la tua vita.
Essa domina, nostro malgrado, la nostra vita in tutti i suoi aspetti pratici.
Questo può farti paura, ma non è una ragione valida per cui tu debba considerarla il male del mondo….
  



... perché a farti paura devono essere quei politici, sempre più numerosi, che fanno leva su questa tua paura per manipolarti a loro vantaggio.
Per vincerla ed evitare di essere ingannata/o, devi prima prenderne consapevolezza, poi considerare normale la predisposizione innata a temere l’ignoto e infine adoperarti a potenziare la tua conoscenza.


Iniziamo penetrando l’alone di perfido mistero di cui è ammantata la finanza e vediamo quanto essa è utile e come tutti i giorni è a noi vicina più di quanto crediamo.

Quando un contadino  semina il grano dedicando le sue cure al miglioramento di anno in anno del raccolto, rimanendo poi in attesa dei frutti che darà, ha applicato l'essenza della finanza, il suo principio cardine.
Ha impiegato capitale in modo ottimale ed è rimasto in attesa nel tempo per ricavarne un guadagno.

Volendo tradurre la pratica nella teoria di una definizione da libri di testo, diremmo:
La finanza è la disciplina che studia quei processi attraverso i quali ciascun individuo, azienda o stato, gestisce la raccolta, l’allocazione e l’utilizzo finale dei soldi nel tempo e nello spazio, operando scelte tra diverse alternative a disposizione, allo scopo di trarne un guadagno.

Il tradimento di questo semplice enunciato è alla base del fallimento del nostro paese. Vediamo perché.

La funzione principale della finanza è trasferire la ricchezza nello spazio e nel tempo abbiamo detto.
Grazie a questa sua capacità non siamo rimasti all’età della pietra. 
Quei tempi in cui il padre sfamava i figli dando loro la possibilità di saziarsi a volontà al tempo del raccolto, salvo poi rischiare di farli morire di fame nel resto dell'anno, specie in inverno, quando ghiaccio e neve gli impedivano anche di cacciare.
Quel contadino/cacciatore infatti, non poteva trasferire il bene da lui prodotto nel tempo.
Il mondo si è evoluto da quel dì, e con esso la finanza.
Si è sviluppato il sistema finanziario globale, in cui posso lavorare oggi e godere della pensione quando non sarò più in grado di lavorare.
E' un sistema talmente evoluto da aver incrementato la sua funzione primaria fino al punto di:

1   1.   Aver realizzato un sistema affidabile di pagamenti e consegna delle merci, 
         permettendo transazioni commerciali in tutto il mondo.
    2. Aver implementato progetti e imprese troppo grandi per essere sostenuti   da un singolo soggetto. Per esempio le missioni spaziali, i centri di ricerca     scientifica, il Cern di Ginevra dove è stato inventato internet, le grandi           bonifiche, le linee ferroviarie, i satelliti e tanto altro ancora.
     3. Un sistema di libero mercato dove, preso atto della scarsità di beni di cui 
         la natura ha voluto dotarci, è possibile attribuire un prezzo a ciascuno di 
         essi; grano, mais, frumento,  petrolio, gas, riso, pomodori, caffè etc.,

Funzioni senza le quali non sarebbe stato possibile il progresso di cui godiamo oggi.

Se noi e i nostri figli possiamo dedicarci alla formazione e allo studio per lunghi anni prima di iniziare a lavorare, è merito della finanza.
Senza di essa non sarebbe possibile lasciare in eredità una casa o acquistarla contraendo un mutuo, raggiungere alti livelli di studio e competenza, perché privi della facoltà di trasferire ricchezza nello spazio e nel tempo.

Particolare attenzione merita la funzione di cui al punto 3.
Lì infatti risiede la chiave di successo di un'azione politica accorta e lungimirante. 
Questa funzione inerisce alla distribuzione, tra i soggetti della collettività, dei beni non disponibili in quantità illimitata. Ne consegue che, il criterio di ripartizione dei beni, è strettamente correlato al reddito di ciascun individuo. 
Un reddito maggiore permette una più grande quantità di beni a disposizione.

Se ad esempio una forza politica proclama la giustizia sociale e il benessere collettivo, dovrebbe scendere dall’astratto dei valori semplicemente enunciati al concreto dell'azione mirata e coerente. 
Altrimenti fa solo demagogia.
Dalla scelta della categoria privilegiata nel godimento della ricchezza prodotta (a chi dare stipendi e redditi più alti), dipende l'allocazione dei beni disponibili nella società.




Favorire i redditi di chi contribuisce alla cultura, alla scienza, all’educazione giovanile, alla cura degli ammalati, all'arte,  significa premiare chi dà un valido contributo al progresso e al benessere della collettività, riconoscendogli il merito della sua opera.
Premiare veline, calciatori, ruffiani, adulatori e ballerine "bunga bunga" da un lato e impiegati pubblici dal numero spropositato, alti papaveri di stato, caste di vario tipo e anziani pensionati super garantiti a scapito dei giovani dall'altro, svilisce nel profondo la funzione della finanza e mina la base morale della collettività.

Ancora una volta, la colpa non è dello strumento, ma dell’uso che se ne fa.

Alla luce di tutto ciò, poniamoci una semplice domanda: 
dove e in quale spazio-tempo la politica italiana ha trasferito la ricchezza?
Sembra sia riuscita nel miracolo della sparizione, avendola trasferita dal futuro a un presente già passato, lasciandoci il nulla di adesso.




 “La finanza è un’arma, la politica
è sapere quando premere il grilletto.”
Il Padrino parte III




Contrarre un debito è un’operazione finanziaria. Significa acquistare qualcosa subito e impegnarsi a saldarlo con ricchezza futura.
Una buona parte del debito l’Italia lo ha creato collocando in pensione giovani cinquantenni, oggi impegnati a mantenere giovani quarantenni, disoccupati o sottopagati.
Un’altra parte per mantenere un sistema sanitario colmo di inefficienze e corruzione.
E ancora un’altra per un apparato burocratico corrotto, inefficiente e non in grado di assolvere la sua funzione di essere al servizio dei cittadini.
Previdenza, sanità e pagamento degli interessi sul debito sono le principali voci passive del bilancio dello stato. 
I costi della politica, mai davvero complessivamente quantificati, fanno il resto.



Se la finanza è ciò che abbiamo prima detto, quindi uno strumento di cui servirsi per trarne beneficio, l’Italia indebitandosi a dismisura per spese prive di visione strategica e altamente nocive, ha trasformato quello strumento in arma, puntandosela direttamente alla tempia e consegnando ad altri il compito di premere il grilletto.


A chi ha consegnato questo compito?
 Quando e perché, potrà essere premuto il grilletto? 

E le risposte alle altre domande del post ITALIA USCIRE O RIMANERE NELL'EURO 1^PARTE, proseguiranno nel prossimo post che sarà pubblicato domenica 15 dicembre ....